Ucraina: alcune considerazioni e storie
Ucraina: Україна (Ukraïna)
E’ giunto il momento di mettere un punto ad una guerra particolarmente inutile ma costosa sia dal punto di vista umano che ambientale.
Però come cappello iniziale di questa epopea propongo un pensiero espresso da una persona con un lungo percorso di vita e di lavoro come fisico, ricercatore, professore universitario, fondatore e direttore di nuovi laboratori, dirigente industriale, infine presidente di varie istituzioni nazionali ed europee e soprattutto importante punto di riferimento per gli studi pioneristici nella conoscenza strumentale e nell’inserimento dell’elettronica nei sistemi produttivi oggi chiamata meccatronica: Sergio Barabaschi.
Perché è partita questa infausta Operazione Militare?
Quando Putin ha invaso il sudest dell’Ucraina, ho avuto la sensazione che fosse un grave sbaglio per lui e per la Russia. L’errore sembrava palese.
L’invasione rompeva infatti una pace europea, che durava da molti anni ed anche il giusto processo di integrazione dei due mercati, che era stato promosso da oltre dieci anni dalla famosa Elvira Nabiullina, la Governatrice della Banca Nazionale della Russia. La giustificazione ufficiale di un imminente attacco Nato, non aveva senso e serviva solo a calmare la resistenza popolare.
Veniva quindi spontaneo chiedersi: perché? Era stata decisa sulla spinta di quali forze interne? E’ ritenuta facile da quali errori? Non lo so, ma ho azzardato alcune ipotesi:
Ritengo che ci siano state tre forze:
Pressioni politiche;
Pressioni militari;
Pressioni dei Governi locali.
Pressioni che si sono sommate a due errori:
la gestione probabilmente non adeguata delle Forze Armate Russe nate dalla dissoluzione dell’Armata Rossa nel 1992.
la sottovalutazione della situazione politica e culturale in Ucraina.
Iniziamo dalle tre pressioni interne:
Pressioni politiche dal partito che non potendo tollerare il nuovo atteggiamento del governo ucraino, che predicava una politica anti russa, trattava male i cittadini russi del sudest del Paese, riteneva fosse facile provocare una insurrezione popolare a favore di Mosca. Pensavano e si convincevano che bastasse una semplice dimostrazione di forza, e “tutto il Paese sarà con noi”.
Pressioni militari dal ministero della difesa che aveva bisogno di un facile collegamento, via terra, con la Crimea, in modo da poter rifornire e difendere la grande base navale di Sebastopoli e che aveva anche interesse a rimettere in moto le Forze Armate Russe, ferme da decenni soprattutto per provare le capacità difensive della Nato.
Pressioni dai governi regionali, che non amavano affatto l’ingresso di compagine straniere nelle loro provincie, tantomeno la collaborazione con l’Occidente ed in particolare gli investimenti europei in nuove banche, negozi, ristoranti e soprattutto paventando che gli stranieri stessero acquisendo troppo potere e che i loro dipendenti, meglio stipendiati, introducessero problemi.
A questo si aggiunge che per una sbagliata valutazione della efficienza delle forze militari si riteneva che questa, cosiddetta Operazione Militare, potesse risolversi rapidamente, tenendo conto anche che i Servizi di Intelligence avevano quasi certamente raccontato che sarebbe bastata la presenza sul territorio ucraino di qualche carro armato russo per generare la rivolta del popolo. Ungheria e Cecosvolacchia docet, ma erano altri tempi.
Semplici ipotesi della mia fantasia? Comunque, mi auguro che, per il bene dell’EU e della Russia, che questa strana guerra si fermi e si riprenda la strada perseguita dalla Governatrice, in quanto i due gruppi si integrano bene: la Russia è ricca di materie prime e povera di capacita industriale, mentre per l’UE è vero l’opposto.
© Sergio Barabaschi

Le conseguenze ambientali della guerra
Un territorio immenso, almeno due volte l’Italia, con una lunga e ricca storia umana piena di contraddizioni e fatti avvincenti ed interessanti. Ma quello che interessa in questo contesto è la parte geografica collegata all’ambiente e alle conseguenze di una guerra estremamente aggressiva che dura da anni sul territorio.
L’Ucraina, con i suoi 603628 km² di estensione è il secondo stato più grande d’Europa, dopo la Russia europea, nonché lo stato più grande interamente in Europa. Il confine dell’Ucraina con gli altri stati è lungo 4558 km, suddivisi fra Russia (1576 km) a est, Moldavia (939 km) a sud-ovest, Bielorussia (891 km) a nord, Romania (169 km a sud, 362 km a ovest), Polonia (428 km) a nord-ovest e Ungheria (103 km) e Slovacchia (90 km) a ovest, oltre ai 2872 km di costa marittima.
Il paesaggio consiste prevalentemente di fertili pianure o steppe attraversate da diversi fiumi, tra cui il Dnepr, il Donec, il Dnestr e il Bug Orientale che vanno a gettarsi nel Mar Nero e nel più piccolo Mar d’Azov. Le foci dei fiumi che si gettano nel Mar Nero formano un tipo caratteristico di estuario, detto “liman”, come ad esempio il liman del Dnestr, uno dei più grandi estuari dell’Ucraina. Nella parte sudoccidentale il delta del Danubio costituisce il confine con la Romania. Le poche catene montuose presenti sono le propaggini dei Carpazi, a ovest,e le montagne della penisola di Crimea. L’Ucraina ha anche diversi altopiani, come quello di Volinia-Podolia ad ovest e l’altopiano del Dnipro, sulla sponda destra del fiume. Ad est si trovano le cime sud-occidentali del rialto centrale russo sulle quali corre il confine tra la Russia e l’Ucraina. Presso il Mar d’Azov si trova la catena del Donec e l’altopiano di Azov. Le nevi che si sciolgono sui monti alimentano i fiumi e cascate.
Tra le risorse naturali dell’Ucraina vi sono ferro, carbone, manganese, gas naturale, olio, sale, zolfo, grafite, titanio, magnesio, caolinite, nichel, mercurio, legname e abbondanza di terre coltivabili. Ciononostante, il Paese soffre di diversi problemi ambientali, come la presenza inadeguata di acqua potabile, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la deforestazione e la contaminazione da radiazioni nel nord-est per effetto del disastro di Černobyl’. Il trattamento dei rifiuti pericolosi è ancora poco sviluppato in Ucraina. ( Riassunto da Wikipedia)

Danni collaterali devastanti
Dagli impatti ambientali al rischio nucleare, passando per emissioni climalteranti e infrastruttura idrica, la guerra in ucraina ha avuto impatti fortissimi, che dureranno decenni e con costi enormi.
Ad aprile 2025 il Joint research Center, polo di ricerca e innovazione della Comunità Europea ha pubblicato un rapporto sulla situazione ucraina evidenziando che la guerra ha notevolmente peggiorato la situazione economico- ambientale del paese.
La guerra ha ostacolato la capacità del paese di monitorare e rispondere ai cambiamenti ambientali, secondo una nuova relazione del JRC. Da un lato, la guerra ha portato a una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a causa della riduzione della produzione industriale e della distruzione degli impianti energetici. D’altra parte, sono emerse nuove emissioni di gas a effetto serra associate alle operazioni militari, nonché a una ridistribuzione o al deterioramento dell’inquinamento che incide sulla qualità dell’aria e del suolo e a un aumento del rischio di incendi boschivi. Le sostanze chimiche provenienti da munizioni e altri inquinanti e i danni alle vie navigabili interne e alle infrastrutture marine potrebbero avere conseguenze a lungo termine per la salute umana e la biodiversità degli ecosistemi, in particolare per quelli del Mar Nero e del Mar d’Azov.
Tali risultati sono pubblicati nella relazione sullo stato dell’ambiente e del clima in Ucraina. Le informazioni, per la prima volta sintetizzate nella presente relazione, forniscono un utile strumento di riferimento per valutare in modo più approfondito l’impatto della guerra in Ucraina su specifici aspetti ambientali e climatici, compresi i contributi per la ricostruzione del paese.
Dall’inizio delle attività militari nel febbraio 2022, le pressioni sulle risorse forestali si sono ampliate a causa dell’intensa deforestazione e della distruzione degli habitat, nonché della minaccia di residui esplosivi e incendi boschivi. Negli ultimi decenni, i cambiamenti climatici hanno aumentato il rischio di grandi incendi boschivi, soprattutto negli ultimi cinque anni. Gli incendi boschivi rappresentano il 45-65% delle perdite di copertura forestale ucraina ogni anno.
Secondo le immagini satellitari analizzate per la relazione preliminare del JRC sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa 2024, nel 2024 l’Ucraina ha subito incendi boschivi da record. Un totale di 965 000 ha è stato bruciato, più del doppio della superficie bruciata in tutta l’UE nello stesso periodo. La maggior parte dei principali incendi si sono verificati durante la stagione secca e calda, lungo le linee del fronte.
La salute del suolo è di grande importanza in Ucraina, considerando che l’agricoltura è una delle principali attività economiche, rappresentando l’11 % del PIL e il 60 % delle esportazioni per un valore di 23,3 miliardi di EUR nel 2023. I suoli in Ucraina hanno alti livelli di materia organica e sono ricchi di sostanze nutritive, ma sono anche vulnerabili al degrado. L’erosione si distingue come la minaccia più diffusa in quanto il 40% del suolo in Ucraina è colpito. A questo si aggiunge poi un altro problema: la presenza di mine e residuati bellici, infatti, ostacola sia l’adozione di pratiche di recupero sia il monitoraggio.
La guerra ha contribuito alla devastazione rilasciando elementi tossici, come piombo, mercurio e arsenico che possono causare gravi conseguenze per la salute pubblica penetrando nelle catene alimentari.

La conclusione? l’umanità non imparato nulla dal passato, nonostante si sia dotata alla fine della seconda guerra mondiale di strumenti utili. come le Nazioni Unite.
